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02 May

Argentina, lo strano caso di padre Grassi

La vicenda del sacerdote condannato per presunti abusi in un processo con troppe ombre. Nei giorni scorsi il prefetto Müller ne ha parlato con il Papa

Venerdì 5 aprile, il Papa ha ricevuto l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tra i diversi temi affrontati nella riunione, ce n’è stato uno particolarmente delicato: la vicenda di padre Julio Grassi, connazionale di Jorge Mario Bergoglio, condannato per presunti abusi sessuali di minori in un processo alquanto strano e con tante ombre.

Lo stesso giorno, il Vaticano ha pubblicato una nota per chiarire che Francesco avrebbe mantenuto la linea della trasparenza nei casi di abusi di minori commessi da religiosi cattolici stabilita dal suo predecessore. Una politica che sarà applicata in tutto il mondo, compresa l’Argentina, dove il processo Grassi, negli ultimi anni, ha attirato l’attenzione dei media per la fama del suo protagonista, noto come “prete mediatico”.

Tutto ebbe inizio nel 2002, dopo la trasmissione del programma televisivo “Telenoche Investiga”, della rete 13, nella quale venivano rese note alcune denunce per presunti abusi contro Grassi, il fondatore dell’Associazione “Felices los niños”, che si occupa della riabilitazione di minori in condizioni di bisogno.

Oggi, undici anni dopo, il dissidio legale non è ancora terminato. Il sacerdote si è sempre dichiarato innocente e i suoi difensori assicurano che tutto il processo è frutto di una lotta di potere intorno alla fondazione. E sembra difficile non tener conto delle loro spiegazioni.

All’inizio gli accusatori erano sette. Sono state almeno  sette, infatti, le persone che hanno preso parte, con i volti coperti, ad un reportage che annunciava una tempesta di denunce (più di 20). Tempesta, però, che non sarebbe mai arrivata. Anzi, è accaduto l’opposto. Quattro di queste persone non avrebbero poi confermato le loro denunce. Le altre tre, invece, l’hanno fatto e alla fine si è arrivati a quota 17 accuse di aggressione nei confronti del religioso.

 

Ma le accuse, una dopo l’altra, sono state smontate. Il denunciante che dichiarava ben otto attacchi alla fine è stato accusato di falsa testimonianza. Delle due restanti vittime, una sarebbe stata dichiarata inaffidabile e l’altra avrebbe testimoniato di aver subito attenzioni prima il 6 dicembre 1996, poi il giorno 7 e, alla fine,  domenica 8 dicembre.

Nonostante tutte le contraddizioni giuridiche, Grassi è stato condannato nel 2009 a 15 anni di reclusione. Tuttavia, la sentenza non è ancora definitiva e attualmente si trova in stato di libertà condizionata. Nel frattempo, lo stesso sacerdote sarebbe stato scagionato nel 2011 da un’altra denuncia contro di lui a El Calafate, nel sud dell’Argentina.

Colpevole o meno, vero è che il suo processo è stato utilizzato contro l’allora arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Poi, a pochi giorni dall’elezione di Francesco come vescovo di Roma, il quotidiano statunitense “The Washington Post” ha riacceso la polemica garantendo che Bergoglio si sarebbe rifiutato di trovare una delle vittime del sacerdote, così come qualsiasi altra persona che avrebbe subito abusi da un membro del clero argentino.

La testata insisteva nel fatto che il cardinale non avrebbe neanche offerto le sue scuse o un risarcimento economico, nemmeno nei casi nei quali i sacerdoti sono stati incarcerati.

Ma nessuno dei sacerdoti coinvolti negli abusi degli ultimi anni in Argentina dipendeva direttamente dal cardinale. Il fondatore di “Felices los niños” non è mai stato parte del clero di Buenos Aires, ma di quello della diocesi di Morón, nei dintorni del capoluogo argentino. Intanto, la Santa Sede non si pronuncerà sul caso Grassi, nonostante ci sia un dossier documentato al riguardo. Attenderà la fine di tutto il processo giudiziario. E’ stata la proposta di Müller e il Papa ha dato la sua autorizzazione, come un gesto di dovuta prudenza.

 

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/argentina-argentina-argentina-24432/

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